Mindfulness e disturbi alimentari by Gaia de Campora & Giulio Cesare Zavattini

autore:Gaia, de Campora & Giulio Cesare, Zavattini [Gaia, de Campora & Giulio Cesare, Zavattini]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Psicologia, Aspetti della psicologia
ISBN: 9788815329424
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2016-09-14T22:00:00+00:00

4. La dimensione ludico-narrativa

Come è già stato sottolineato, la Giocoterapia Focale svolta in CP si colloca nell’ambito clinico attuale, che rivolge sempre maggiore attenzione alla dimensione narrativa del piccolo paziente nel suo contesto familiare.

A questo punto penso sia bene richiamare alcuni aspetti fondamentali circa il gioco e il gioco narrativo sottolineati da Dina Vallino [2004; 2009; 2012]:

- il gioco si situa nel crocevia del riconoscimento dell’adulto nei confronti del bambino, è il modo con cui l’infante cerca di esistere con l’aiuto dell’altro;

- nella psicoanalisi dei bambini si conferma che attraverso il gioco simbolico si rivelano, come fondamentali funzioni cognitive e affettive, la fantasia conscia e inconscia e il luogo immaginario, contestuale alla rappresentazione delle fantasie [Vallino 1998];

- il gioco simbolico, sostenuto dal processo di personificazione [Klein 1929][3], riesce a svilupparsi in gioco narrativo quando l’immaginario del bambino è nutrito dall’attività di reverie e dal senso di responsabilità dell’adulto, che aiuta a dare un senso di continuità alla narrazione;

- Dina Vallino intende con gioco narrativo una vasta gamma di attività attraverso cui il bambino spontaneamente attinge alla sua immaginazione per esternare con allegorie, metafore e simboli una versione nuova dei suoi vissuti interni e delle sue vicende esterne, che mette in uno spazio concreto, per un tempo determinato, attraverso una scenetta e piccole narrazioni;

- il gioco narrativo non richiede interpretazioni verbalizzate, ma solo una interpretazione narrativa, che spesso ha solo lo scopo di riaccendere lo slancio del gioco, di mostrarne qualche nuovo aspetto.

Ne sono esempio alcune frasi dette dal terapeuta e presentate nel caso clinico di Aldo in questo capitolo. Nello specifico il terapeuta, attraverso il proprio personaggio di nome Gigetto, commenta il correre veloce della macchinina di Aldo: «Come sei veloce macchinina! Chissà da dove ti viene tutta quella energia?». Aldo risponde: «E’ perché faccio rifornimento di benzina!», inserendo una pompa (costruita da lui con il pongo) nel serbatoio dell’auto. I genitori cercano di aiutarlo, proponendosi però di fare al posto suo. Terapeuta/Gigetto interviene dicendo (interpretazione narrativa): «quante proposte!... che confusione!... possiamo fare che mamma e papà aiutano ad ammorbidire il pongo,… E poi sarà Aldo a fare la pompa di benzina, perché è molto capace di costruirla da solo!»

Dopo tali precisazioni, vorrei riprendere alcuni aspetti fondamentali della GF in CP, già in parte evidenziati [Trombini 2010; 2011].

Un primo aspetto riguarda il ruolo del terapeuta, che si fa presenza viva e concreta dentro la narrazione. Infatti dapprima il terapeuta presenta, dandogli voce, il pupazzo di pongo Gigetto che svolge la sequenza alimentazione-evacuazione. Successivamente si ritira sullo sfondo, per consentire al bambino di proiettare i propri contenuti psichici. Tuttavia il terapeuta non consegna al bambino il pupazzo, che rimane perciò sul tavolo e a cui egli continua a prestare la voce: commentando per esempio ciò che avviene nel gioco narrativo ad opera del bambino e/o suggerendo di modellare altri personaggi, compagni nella storia che si va costruendo a partire da questo nuovo schema di riferimento.

In tal modo Gigetto si caratterizza come colui che, attraverso il suo comportamento, mette in risalto le caratteristiche dell’autonomia nel rapporto con il cibo e con le funzioni evacuative.

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